martedì 3 dicembre 2019

[ita only] Art and Fashion Interview: Atelier Papy Moustache

Bonsoir my dear Victorians!

Ogni volta che decido di riprendere in mano il blog succedono sempre mille cose e passa più di un anno dalla volta precedente! Quest'oggi, vi propongo l'intervista che ho avuto il piacere di realizzare con la gentile collaborazione di due mie carissime conoscenze, performers di burlesque/boylesque e promettenti astri nascenti della moda. Perché sì, se mi seguite dagli albori vi ricorderete che questo blog un tempo parlava anche di mode, specialmente alternative, un po' glamour, un po' vintage ed eclettiche, ed è per questo motivo che, con un pochino di orgoglio ed emozione, vi presento l'intervista ad Atelier Papy Moustache!


Buongiorno ragazzi, noi ci conosciamo già da qualche anno, ma per chi ci leggesse per la prima volta potete presentarvi?

Ciao a tutti, siamo Ylenia e Steve, due fashion designers e performers burlesque/boylesque di Milano.

Ylenia, Steve, siete nell'ambiente burlesque/boylesque da diversi anni. Secondo voi cosa è cambiato negli anni e quali sono le caratteristiche che vi piacciono di più di questa forma d'arte? Cosa vi dà la grinta per creare ogni volta uno spettacolo differente?

Ylenia: quello che personalmente amo di più del burlesque è il recupero di una femminilità ed una grazia ormai perdute nella quotidianità, l’erotismo inscenato con sottile ironia e quel tocco di eleganza che lo rende prezioso, mai volgare. E la democrazia estetica di questo filone artistico, che dimostra in maniera opposta ad altre forme d’arte,  come ogni tipo di fisicità e personalità possano essere efficaci e strepitose, se vissuta con consapevolezza e disinvoltura. In più, per quel che riguarda il mio lavoro in senso stretto, è un tipo di spettacolo che mi dà la possibilità di unire tutte le mie passioni, per gli abiti, per la recitazione, la musica e la danza,  in una sola volta e di dare voce alle mille donne diverse che vivono in me.
Negli anni il burlesque si è sicuramente  fatto conoscere ad un pubblico più vasto, uscendo dalla piccola nicchia in cui risiedeva, specie in italia in cui ha un passato ed una storia abbastanza recenti  rispetto alle realtà di altri paesi, come Gran Bretagna ed America, ma non è ancora riuscito a crearsi il suo posto effettivo all’interno delle variegate possibilità che il mondo dello spettacolo offre. E’ diventato si più conosciuto, ma allo stesso tempo si è un po’ troppo commercializzato, facendo abbassare nettamente il livello e la qualità degli spettacoli. Si è creata una sorta di quasi falsa credenza per cui è un tipo di spettacolo facile, in cui chiunque può cimentarsi, cosa sbagliatissima in quanto non può essere lasciato all’approssimazione, richiede una seria e profonda preparazione ed assoluta dedizione, tanto quanto altre forme d’arte.
Quello che mi dà l’energia per continuare a preparare nuovi numeri è l’impulso creativo irrefrenabile che ho da sempre e a cui devo inesorabilmente dare sfogo, veicolandolo in più modi possibili, pena la pazzia hahahahaha!

Steve: negli anni scorsi il burlesque è diventato un vero e proprio fenomeno mediatico, se ne parlava ovunque, persino in politica..non c’era luogo in cui non si vedessero spettacoli di questo tipo né persona che non vi fosse in qualche modo collegata, se non direttamente, con qualche amica, fidanzata, vicina di casa, zia, nonna…tutti facevano burlesque. Poi col tempo la moda è passata e finalmente stanno rimanendo a galla solo i professionisti, o almeno quasi.
Quello che mi piace di più di questa forma d’arte è l’atmosfera del backstage, l’emozione, la tensione, l’adrenalina, i problemi dell’ultimo secondo, la solidarietà fra colleghi, tutto quello che c’è dietro le quinte, che è da dove io iniziai anni fa come assistente di scena, insomma il lato più vero ed umano, che a volte esula totalmente da quello che la gente vede dal di fuori e sui social.
Ci si mette veramente a nudo! Hahahahaha!
Mi piace divertire il pubblico quindi, quello che mi dà sempre la spinta nel momento in cui creo un nuovo numero, è l’idea di base che ad un mio spettacolo le persone devono  dimenticare i problemi e le magagne quotidiane, piegandosi in due dalle risate, l’ironia è il sale della vita!

Quando vi esibite da cosa traete maggiormente ispirazione? Avete delle icone, epoche, personaggi di riferimento ai quali siete più affezionati?

Y: io amo l’arte in ogni sua forma ed espressione, quello che mi muove maggiormente è senza dubbio la ricerca del bello, che l’idea per uno spettacolo arrivi da un quadro, da un film, da un’opera teatrale, da un elemento della natura o da un romanzo, è sempre il desiderio di portare allo spettatore qualcosa di magico, che possa trascinarlo in un mondo incantato, lontano dalle piccolezze della quotidianità, il mio proposito e, quando mi esibisco, l’intento è far sognare chi guarda. In linea generale mi riferisco all’immaginario decadente e misterioso, al teatro e al cinema dei primi del ‘900; per indole e per gusti personali sono molto più vicina ad un tipo di femminilità e seduzione  sussurrate, algide ed in qualche modo un po’ melodrammatiche, quindi mi ispiro alle icone femminili del primo trentennio del  XX secolo, come Theda Bara, Eleonora  Duse, Marlene Dietrich, Louise Brooks o Greta Garbo, per citarne alcune, più che alla prorompenza tipica delle pin up.

S: io mi rifaccio maggiormente all’immaginario grottesco del cinema muto, all’esilarante comicità di Buster Keaton, mio incontrastato mito, alla goffaggine di Stanlio ed Ollio ed anche all’atmosfera magica ed allegra del circo antico. I miei personaggi hanno  sempre uno spirito ironico, maldestro, strampalato, goliardico ed a tratti irriverente, ma assolutamente mai volgare. Dentro di me sogno di essere un piccolo Georges Méliès, in quanto costruisco da solo i marchingegni, ergo oggetti di scena, per i miei spettacoli, con l’intento di rendere ancora più suggestive e sorprendenti le mie esibizioni.

Vi capita di fare dei "riti scaramantici" pre-palcoscenico? Avete qualche portafortuna?

Y: non mi esibisco mai senza indossare anche il profumo, che non è sempre lo stesso in quanto amo diverse fragranze, questo non è un rito scaramantico vero e proprio ma, diciamo che mi fa sentire più completa e perfettamente pronta per la mia esibizione, lo considero come un ulteriore, irrinunciabile accessorio di scena.

S: io devo sempre bere un buon calice di vino rosso, questa più che scaramanzia è senza dubbio un caro vecchio vizio.

Tra le vostre performance, ne avete una che preferite? Se si, quale e perché?

Y: ogni numero è stato pensato, sentito, concepito e creato venendo alla luce dalle mie visioni, per cui sono ineluttabilmente stretta ad ognuno di essi con estrema forza, tuttavia, sono molto affezionata al mio spettacolo del Pierrot, in quanto è una figura che ha sempre risieduto nel mio immaginario sin da piccola e poiché evoca in me nostalgie e tenerezze dell’infanzia, forse gli sono un po’ più legata che agli altri.

S: "La catastrophe de l’homme canon” che narra le vicende di un presentatore del circo pasticcione, in quanto è stato il primo vero numero con cui ho esordito come performer boylesque e che riscuote sempre un gran successo quando lo porto in scena.

Entrambi, oltre che dei professionisti, mi siete sempre sembrati degli "artisti alla ricerca del bello" , un po' come gli artisti vittoriani che amiamo tanto. Vi sentite affini a questa definizione? Vi è mai capitato di sentirvi "nati nell'epoca sbagliata"?

Y: la ricerca del bello è il mio fine principale, in tutto, come performer, come stilista e soprattutto come persona, non si tratta della bellezza solo in senso estetico, mi riferisco a qualcosa di più profondo, qualcosa di legato allo stato mentale, comportamentale e relazionale;  mi sono sentita spesso nell’epoca sbagliata, per il fatto che manca, nell’era moderna, proprio quel gusto per il bello inteso come l’eleganza dei modi, la grazia, il garbo, l’educazione nei rapporti interpersonali;  è tutto ormai terribilmente volgare, grossolano ed irrispettoso nei confronti del prossimo. E non sono gli eccessi  né la modernità di per sé il problema, il progresso ha tanti risvolti positivi, il punto è che l’essere umano ha la capacità di involvere, se non adeguatamente stimolato, sta a noi che facciamo mestieri a contatto col pubblico, a noi che abbiamo a che fare con la creatività e l’immagine, la responsabilità di cercare di passare dei messaggi  di un certo tipo e di far apprezzare, nonché rieducare le persone, al riappropriarsi dello stile e della raffinatezza, in primis quella mentale.

S: mi associo ad Ylenia in tutto ed aggiungo che gli uomini in passato curavano molto il loro aspetto ed avevano sicuramente più riguardo e modi più gentili nei confronti delle donne, dovremmo tutti recuperare il gusto per la cura di noi stessi e la galanteria, sciatto e maleducato non sono sinonimo di virilità!

Come performer, realizzate anche i vostri costumi di scena, una passione ed un lavoro che vi ha portato ad aprire dallo scorso Settembre le porte del vostro brand. Potete parlarci di come è nato "Atelier Papy Moustache"? A che target di pubblico si rivolge principalmente?

Atelier Papy Moustache è frutto della collaborazione delle nostre competenze nell’ambito della moda, abbiamo studiato entrambi da fashion designer, produciamo abiti ed accessori, copricapi e spille, interamente fatti a mano, nello specifico io (Ylenia) mi occupo della realizzazione del figurino e del disegno tecnico, Steve dei passaggi successivi, partendo dal cartamodello, per finire con la confezione.
L’idea di creare un nostro brand indipendente è nata dall’esigenza di entrambi di cercare di riportare, in maniera più coraggiosa che pretenziosa, uno stile che fosse sofisticato, di alta qualità ma allo stesso tempo brioso ed esuberante. Ci rifacciamo all’eleganza delle linee e degli stili della moda del passato, rinfrescati però dal nostro vento creativo, in modo che siano portabili con disinvoltura anche ai giorni nostri. Ci rivolgiamo principalmente ad una clientela femminile, per tutte quelle donne che abbiano voglia di sentirsi speciali e non passare inosservate, indossando qualcosa che le identifichi, senza rinunciare all’eleganza ma sempre con un tocco di originalità.

Potete darci una piccolissima anticipazione di qualche capo/accessorio a cui state lavorando in questo momento?

Stiamo producendo una collezione di abiti ispirata alle epoche vittoriana ed edoardiana, ma con un tocco di modernità, per poter essere indossati tranquillamente anche ai giorni nostri; attualmente alcuni dei nostri copricapi sono in vendita presso due negozi a Milano, The Cloister Concept Store ed Hangover Vintage Shop.
Il  nostro brand collabora con la consulente di stile e ricercatrice, esperta di capi vintage originali, Stefania Trovato,  per ricreare lo stile adatto ad ogni occasione, offrendo anche servizio di consulenza per poter guidare il cliente al meglio, nella scelta dell’outfit perfetto, in vendita o a noleggio.
Inoltre stiamo lavorando a degli accessori  per un’importante fiera di settore, su cui non possiamo però ancora svelare nulla, per sapere di più potete seguirci sui nostri social.

Prendendo spunto anche dall'arrivo di Dita Von Teese in Italia con il suo Glamonatrix Tour il prossimo Aprile, avete dei consigli per chi, alle prime armi, si volesse avvicinare allo stile vintage o "vintage inspired"?

Per quello che concerne il vintage bisogna fare una grossa distinzione fondamentale: vintage non è tutto quello che si trova di vecchio ed usato nei mercatini o nei negozi second hand, un capo, o un accessorio, si può considerare vintage nel momento in cui ha dei requisiti precisi che sono: avere almeno 25 anni o più, essere di ottima fattura e di alta qualità, essere un capo firmato o sartoriale, ergo lussuoso, il che presuppone un certo valore e quindi relativo costo. Il vintage inspired è sicuramente uno stile meno impegnativo e più alla portata di tutti, in quanto spesso chi compra vintage originale lo fa perché è un estimatore del genere ed ha la possibilità di spendere dei soldi in qualcosa che può indossare praticamente tutti i giorni, per chi invece vuole sentirsi adeguato ma, senza spendere un capitale e soprattutto non ha interesse ad indossare dei capi originali nella quotidianità, può optare per qualcosa di semplicemente ispirato ad un periodo, nelle linee e nei colori, pur essendo un capo di fattura moderna, magari con l’ausilio di accessori, come guanti, borsettine, stole di pelliccia, collane di perle, trucco ed acconciature a tema, per arricchire un semplice abito da sera  da usare  per un’occasione speciale.

Ylenia, tu sei conosciuta on stage come Miss Moon Amour, data la tua esperienza, quali sono secondo te le qualità/caratteristiche che una donna dovrebbe possedere sempre, sia sul palco, sia durante la vita di tutti i giorni?

Una donna non dovrebbe mai dimenticare che deve prima di tutto piacere a sé stessa, sentirsi bene nella sua pelle e cercare di esaltare sempre le sue caratteristiche positive, i suoi punti di forza, al di là degli stereotipi estetici imposti dalle mode. Io sono convinta che non esistano donne brutte o totalmente prive di fascino, solo donne impigrite da un contesto che non dà mai loro la possibilità di esprimersi senza sentirsi continuamente sotto giudizio. Credo che dovrebbero tutte riappropriarsi della propria grazia, della propria femminilità, perché essere belle e sofisticate, nei modi e nell’aspetto, non è sinonimo di fragilità o di  incapacità, né di frivolezza, questo tipo di pensiero ed anni di lotte per l’ottenimento di un posto in società ci hanno mascolinizzato, ci hanno fatto credere che per riuscire nella vita dovessimo prendere tutto il brutto ed il gretto del lato maschile, ma la realtà è che possiamo essere considerate intelligenti, professioniste di successo ed essere  totalmente libere ed emancipate, andare a mostre, disquisire di astrofisica e politica anche muovendoci con eleganza, sui tacchi a spillo, ben pettinate e col rossetto. Non è emulando i maschi ma, iniziando a compiacerci di essere noi stesse, che conquisteremo i palcoscenici ed il  mondo!

In particolare, questa domanda vuole ricollegarsi alla presentazione del tuo prossimo laboratorio dal titolo "Casta Diva" , che terrai domenica 2 Febbraio 2020 a Milano. Ci puoi dire di che cosa si tratta? Serve qualche nozione specifica per partecipare o tutti/e sono benvenuti?

Si tratta di un laboratorio in cui, con l'ausilio della musica classica e la melodia dell'arpa suonata dal vivo dalla musicista Veronica Lo Surdo, riprendendo un immaginario estetico antico, si imparerà a muoversi nello spazio in modo sensuale ed elegante.
Rifacendosi alla gestualità e all'attitudine tipiche della femminilità aggraziata ed eterea degli inizi del XX secolo e ad un tipo di performance misteriosa e sofisticata, ma pur sempre maliziosa e languida.
Verrà spiegato inoltre l'utilizzo del velo, accessorio inconfondibilmente fluttuante e delicato, che in quest'occasione diviene strumento peculiare con cui interagire, per enfatizzare e sottolineare la propria avvenenza e le proprie movenze, in una leggiadra danza. Non servono esperienze pregresse nel campo del burlesque o della danza, solo la voglia prendersi un paio di ore tutte per sé, in cui potersi dedicare alla riscoperta della propria femminilità.

Per informazioni e prenotazioni ricordiamo che bisogna scrivere esclusivamente a:

 Alla mia mail: miss.moon.amour@hotmail.it

A questo link l'evento su Facebook: https://www.facebook.com/events/1232795490226349/

Grazie mille ragazzi per aver partecipato a questa piccola intervista, spero vi siate divertiti e in bocca al lupo per tutti i vostri prossimi appuntamenti, soprattutto per il vostro brand, che potete seguire su:


Per seguire invece Miss Moon Amour:


E Mr.Steve Forchetta:



Colgo l'occasione per fare ancora un enorme ringraziamento ad Ylenia e Steve per aver accettato di partecipare ed invito tutti a seguirli per non perdere nessuna novità! Inoltre, grazie davvero di cuore a chi - nonostante passino gli anni - continua a seguire Sabbia di Luna, che come vedete, ogni tanto risorge come l'araba fenice!
A bientôt!!!



martedì 27 febbraio 2018

Sisi Kaiserin - Highlights & Chocolate in Vienna

Hello my Victorians!

Un nuovo post sul blog finalmente! E' passato più di un anno!!!
Questa volta ho deciso di scrivere un post su alcuni highlights e alcuni prodotti legati a Sisi, che potete comprare se visiterete Vienna. Sono stata a Vienna lo scorso Agosto e la città mi è piaciuta davvero tanto e adesso che un mio caro amico è lì, probabilmente la visiterò ancora molto presto!!
Inutile da dirsi, sono molto affezionata a "Sisi", come veniva chiamata l'Imperatrice d'Austria, e visitare il suo palazzo e i suoi appartamenti è stata una grande esperienza. Come saprete, Sisi ne ha passate molte ed ha avuto una vita non così tanto felice, era molto diversa dalla versione cinematografica di Romy Schneider. Ammirare i suoi ritratti, vedere i suoi oggetti personali e sapere di più riguardo la sua vita è stato molto toccante.
In queste foto potete vedere gli appartamenti di Sisi all'interno dell'Hofburg.

Die Hofburg

A new post on the blog at last! More than a year has passed!!!
This time I've decided to write a post about some highlights and some products related to Sisi, that you can purchase if you'll be visiting Vienna. I was in Vienna last August and I really liked the city and now that a dear friend of mine is there, I'll probably visit again soon!!
Needless to say, I'm very fond of "Sisi", as the Empress of Austria was called, and visiting her palace and her rooms was quite an experience. As you may know, Sisi went through a lot of struggles and a not-so-happy life, she was very different from Romy Schneider's cinematographic rendition of her. Watching her portraits, seeing her belongings and getting to know more of her life was very touching.
In these pictures you can see Sisi's rooms inside the Hofburg.


Anche il famoso ritratto con l'"abito delle stelle" è custodito all'Hofburg, insieme a una replica dell'abito dell'incoronazione, ma sfortunatamente le foto non erano permesse.

Portrait by Franz Xaver Winterhalter (1865)

 Even the most famous portrait with the "star dress" is kept at the Hofburg, along with a replica of the coronation dress but, unfortunately pictures were not allowed.


L'altra "casa" di Sisi era il meraviglioso Schloss Schonbrunn, il luogo che mi ha completamente rubato il cuore. Un palazzo con più di 1400 stanze, un'orangerie, infiniti giardini con rovine romane, fontane e adesso anche uno zoo! In cima alla collina si erge la Gloriette, un monumento voluto da Maria Teresa, la madre di Marie Antoinette, per celebrare il potere degli Asburgo. Da lì si può godere di una bellissima vista. Dicono che quando Sisi si trovasse a Schonbrunn, fosse solita fare allenamento tutti i giorni, correndo dal palazzo alla Gloriette più di una volta!






Sisi's other "home" was the stunning Schloss Schonbrunn, the place that definitely stole my heart. A palace with more than 1400 rooms, an orangery, huge gardens with roman ruins, fountains and now even a zoo! On the top of the hill there's the Gloriette, a monument wanted by Maria Theresa, Marie Antoinette's mother, to celebrate Hasburg power. From there, you can enjoy a beautiful view. They said that when Sisi was at Schonbrunn, she used to work out everyday, running from the palace to the Gloriette more than once!

Gloriette

Stunning view from the top!

Last but not least, la mia "collezione" di prodotti dell'Imperatrice:
non è difficile trovare nei negozi dei musei queste riproduzioni ben fatte da Reutter Porzellan


Last but not least, my "collection" of goods related to the Empress:
it's not hard to find in museum-shops these very well made reproductions by Reutter Porzellan

Reutter Porzellan

 Mentre questa invece è una spilla Swarovski, replica delle famose stelle di Sisi...


While, this is a Swarovski brooch, replica of Sisi's famous stars...




 ...MA se siete golosi come me, non potete perdervi QUESTI! Dalla tavoletta di cioccolato più a buon mercato che potete trovare da Billa per esempio, al dolcissimo Sissi Taler di Heindl, un cioccolatino con marzapane e albicocca! Il mio preferito!
Dolci di lusso da Gerstner, la pasticceria Imperiale e una delle più famose di Vienna. I prodotti di Sisi sono tutti a base di violette candite, le preferite dell'Imperatrice!
E per finire, una bella tazza di te di Demmers Teehaus, ovviamente al gusto di tartufo al cioccolato!

Chocolate truffle tea by Demmers Teehaus

...BUT if you have a very sweet tooth like me, you can't miss THESE! From the "cheapest" chocolate bar, that you can find at Billa for example, to the sweetest Sissi Taler by Heindl, a chocolate praline with marzipan and apricot! This is my favourite!
Luxury treats by Gerstner, the Imperial confectioner and one of the most famous patisseries in Vienna. Sisi's products are all made with candied violets, the Empress' favourites!
Lastly, a nice cup of tea, chocolate truffle flavour of course!

Links:
https://www.hofburg-wien.at/en/
https://www.schoenbrunn.at/en/
http://www.reutterporzellan.com/startpage.html
https://www.heindl.co.at/en/
https://www.gerstner-konditorei.at/en/index.html
https://www.demmersteahouse.com/

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giovedì 9 febbraio 2017

Nina's Paris - Original Marie Antoinette's Tea

Bonsoir my dear Victorians!

Una nuova entry dopo tantiiiiiissimo tempo!
Settimana scorsa sono stata a Parigi per un nuovo concerto dei Versailles Philharmonic Quintet, l'ultima data del loro "welcome back" tour Renaissance. Mentre ero lì, sono riuscita a visitare alcuni posti che erano nella mia wishlist da tempo. Uno di questi posti era il carinissimo e tappa obbligata Nina's Paris vicino Place Vendôme.


A new entry after a very looooong time!
Last week I was in Paris for a new Versailles Philharmonic Quintet gig, the final date of their "welcome back" tour Renaissance. While I was there, I was also able to visit some places that have been in my wishlist since a lot of time. One of these places was the super cute and must-see Nina's Paris near Place Vendôme.


Nina's Paris è una stupenda boutique e piccola sala da te che vende l'Original Marie Antoinette's Tea, la storia del negozio risale al 1672 ed è l'unico al mondo che può creare e vendere prodotti esclusivi usando i frutti e i fiori del Potager du Roi (il Giardino della Cucina del Re) di Versailles. Qui potete leggere tutta la loro storia.


Nina's Paris is a beautiful boutique and little tea room that sells the Original Marie Antoinette's Tea, the history of the shop dates back to 1672 and is the only one in the world that can develop and sell exclusive products using fruits and flowers from the Potager du Roi (King's Kitchen Garden) of Versailles. You can read their full history here.


Da amante di Marie Antoinette e da bevitrice di te, non potevo uscire a mani vuote e mi è davvero piaciuto lo stile e la cura per i dettagli del negozio. Inoltre, la venditrice è stata davvero molto carina e abbiamo chiacchierato di te e ovviamente della Reine. Il te di Marie Antoinette è una miscela di te nero, petali di rosa, mele e profumo di rosa, l'ho adorato da subito! C'erano anche due miscele stagionali "speciali": la miscela Je T'Aime (che ho ricevuto come regalo) per San Valentino e la Fête de Versailles, una miscela invernale. Tutti i te hanno bellissime confezioni, ma le più famose sono il barattolo rosa per il te di Marie Antoinette e il barattolo di metallo, replica del barattolo originale in argento di Marie Antoinette con incise le sue iniziali.


 As a Marie Antoinette lover and tea drinker, I couldn't get out empty-handed and I really appreciated the style and the attention to detail of the shop. Also, the seller was very nice and we chatted about teas and of course about la Reine. Marie Antoinette's tea is a blend of black tea, rose petals, apples and rose flavour, I loved it from the beginning! There were also two "special" blends of the season: the Je T'Aime blend (that I received as a gift) for St. Valentine's Day and the Fête de Versailles, a winter blend. All teas come in beautiful packagings but the most famous are the pink tin for Marie Antoinette's tea and the metal tin, replica of the original Marie Antoinette's silver tin with her initials on it.

With the lovely lady of the shop!
Una volta tornata a casa non vedevo l'ora, DOVEVO bere il mio te e finalmente oggi sono riuscita a provare questa miscela profumata di mela e rosa...cosa posso dire? Stupenda!

La prossima volta che sarò a Parigi tornerò sicuramente, ecco l'indirizzo, il sito e la pagina Fb :)
29 Rue Danielle Casanova 75001 Paris
http://ninasparis.com/en/
https://www.facebook.com/ninasparis.fr/


Once I got home I couldn't wait, I HAD to drink my tea, and finally today I was able to try this apple and rose scented blend... what can I say? Marvellous!

Next time I'm in Paris I'll definitely visit again, here's the address, site, and Fb page :)
29 Rue Danielle Casanova 75001 Paris
http://ninasparis.com/en/
https://www.facebook.com/ninasparis.fr/

à la prochaine fois!

mercoledì 13 aprile 2016

[ita only] Victorian Weddings - Part 4: Ricevimento e Matrimonio Victorian inspired

Bonsoir my Victorians!

Con un po' di ritardo riesco finalmente a scrivere la parte conclusiva dedicata ai matrimoni vittoriani! Il nostro viaggio ci ha portato dalle origini, alle tradizioni e conclude oggi con la parte di solito più attesa dopo la cerimonia... il ricevimento! Inoltre, anche andando incontro alla nostra amica che si sposerà, voglio inserire degli spunti e dei suggerimenti per una cerimonia moderna ma Victorian inspired.
Spero che questo genere di post vi sia piaciuto e in caso aveste qualche altra richiesta o domanda non esitate a scrivermi! Buona lettura!

Link alle parti precedenti:
Parte 1
Parte 2
Parte 3

Dal momento che molto spesso le cerimonie si svolgevano al mattino, di solito alle 12, il ricevimento era chiamato comunemente breakfast, colazione e si svolgeva a casa della sposa oppure in caso di cerimonia all'aperto, in giardino, che doveva essere in perfette condizioni, decorato con ghirlande di fiori e organizzato per l'occasione con piccoli tavolini, sedie e gazebo.
Prima dell'inizio del banchetto, gli ospiti venivano accolti dagli sposi e lo scambio di convenevoli e congratulazioni era "d'obbligo". All'entrata poteva anche essere esposto un tavolo su cui venivano messi in mostra tutti i regali che la coppia aveva ricevuto e a volte i presenti venivano aperti durante la giornata. I regali riportavano tutti dei bigliettini con i nomi dei mittenti, in modo che la coppia si ricordasse di loro. Il regalo infatti diventava un implicito dovere da parte della coppia, di dover invitare gli ospiti per future cene e ricevimenti a casa!
 Una volta accolti gli ospiti, gli sposi aprivano il corteo verso la zona adibita per il banchetto e gli ospiti prendevano posto secondo la loro età e il loro rango. Capitava anche che gli ospiti venissero serviti in piedi mentre solamente gli sposi stavano al tavolo seduti, questo accadeva in genere se la casa non era abbastanza grande. Per un ricevimento all'aperto invece era preferibile allestire un buffet in modo che gli ospiti si potessero servire da soli.
Ed ecco alcuni esempi di cibi che potevano essere serviti: ostriche, aragosta, insalata, consommé, sandwiches, frutta, caffé e cioccolata calda. A seguire poi i dolci, tra cui ovviamente le torte nuziali... perché al plurale? Tra poco lo sveleremo!




Ebbene si avete letto bene! La vera protagonista del banchetto in epoca vittoriana si faceva in tre: una torta molto più grande ed elaborata aveva un tavolo d'onore e a fine giornata veniva tagliata (per prima dalla sposa) e donata agli ospiti da portare via, di solito era fatta di frutta e canditi (fruitcake), ricoperta di frosting bianco con decorazioni floreali. Le altre due invece erano più piccole e semplici, una scura e una bianca rispettivamente dello sposo e della sposa. Venivano tagliate e date a scapoli e damigelle e all'interno era possibile trovare dei portafortuna (un anello, una moneta, un ditale e un bottone), con significati diversi come recitava questa filastrocca:

The ring for marriage within a year,
The penny for wealth my dear,
The thimble for an old maid or bachelor born,
The button for sweethearts all forlorn.

A volte la fetta della sposa non veniva mangiata e si conservava fino all'anniversario del 25° anno di matrimonio!

La torta della Regina Vittoria fu il dolce più imponente, pesante ed elaborato mai realizzato. Coperto di zucchero bianco, con tanto di cake topper raffigurante Britannia che benedice gli sposi, in abiti dell'antica grecia, costò più di 100£, una vera fortuna nel 1840.


Dopo il banchetto i festeggiamenti di solito proseguivano, ma senza particolari intrattenimenti, gli unici dati dalla danza e dai balli di società.

Quando arrivava il momento di andare via, le carrozze arrivavano a riprendere gli ospiti e si salutavano gli sposi che partivano subito per la luna di miele, che poteva durare una settimana, dieci giorni o anche di più. La destinazione era segreta e solamente le persone più care o i testimoni ne erano al corrente. E così, gli sposi si allontanavano su una carrozza trainata da cavalli bianchi, lasciandosi alle spalle i saluti e il coro ben augurante di amici e parenti.
Con questo "happy ending" (chissà se poi era davvero così!) vi invito a continuare la lettura per l'ultima parte, più moderna e divertente: la cerimonia Victorian inspired! :)


Per un matrimonio a tema vittoriano sicuramente alla futura sposa non dovrà mancare un abito adornato da pizzi, guanti e una bella gonna, ampia o non, ma con almeno un po' di strascico. Corsetto e crinolina ampia per "osare" di più. Ovviamente, obbligatorio il bouquet e personalmente trovo carinissima l'idea dei toussy moussy bouquet di cui vi avevo già parlato. Se la cerimonia si svolgesse all'aperto, linee più semplici e morbide sarebbero da preferire, non dimenticando una quantità spropositata di fiori e petali di rosa. Anche la bellissima tradizione delle coroncine di fiori d'arancio è stupenda da realizzare!
Qualche esempio dal web:








 Per l'uomo si sa, è più semplice trovare l'abito dato che il completo elegante, lo smoking o il frac sono di comune uso al giorno d'oggi. Di sicuro da non dimenticare un bel cilindro!


Passiamo ora alla cerimonia vera e propria e al ricevimento.
Che la cerimonia si svolga in chiesa o all'aperto l'allestimento non può mancare: nastri, ghirlande e fiori devono essere all'ordine del giorno. I bambini e le bambine possono fare da paggetti porta anelli e damine spargi petali, gli stessi petali di rosa sono a mio avviso preferibili al riso che di solito viene lanciato agli sposi (eviterei noci e nocciole come si faceva un tempo!!!). All'aperto poi, in un giardino è molto suggestivo un bel gazebo, con sgabelli o cuscini bianchi o comunque chiari. Sedie sugli stessi toni per gli invitati.





Come location per il ricevimento tra i posti più "a tema" troviamo: ville con giardino, ville sul lago, giardini botanici e antichi casolari immersi nel verde. I giardini, ben curati con siepi, sentieri, laghetti e fontane sono il luogo adatto per un ricevimento all'aperto o allestire il buffet iniziale prima del vero e proprio banchetto! La sala del banchetto nuziale, anch'essa molto curata e raffinata, potrà essere di stile classico e molto elegante. Come tableau mariage per la disposizione degli ospiti, è molto carina l'idea di nominare i tavoli con i titoli di libri classici vittoriani o di famosi autori (per esempio: il tavolo "Dickens" o il tavolo "Wilde").
I tavoli, con tovaglie dai toni chiari o pastello, potranno essere abbelliti con fiori, petali, candele e pizzi. Per esempio le stesse posate potrebbero essere legate tra loro con un nastro o con del pizzo. Bicchieri (e perché no, anche tazze in caso di tea time pomeridiano) e piatti bianchi o decorati di fine porcellana completano il tutto.
Quanto al menu, ci si potrà ispirare a dei classici inglesi, dai più tradizionali sandwiches al cetriolo, ai muffins salati, alla carne tra cui arrosti e mince pies. Tra i desserts: pudding, crostate, Victoria sponge cake, torta di carote, piccola pasticceria e i classici del tea time, gli scones.
Una menzione particolare alla torta nuziale che come si è detto in genere era ricoperta di glassa bianca e decorazioni floreali. La tradizione di nasconderci qualcosa all'interno si può riproporre anche in chiave odierna, con piccoli oggetti ben auguranti come anelli, bottoni e centesimi. Fa sempre piacere trovare un piccolo portafortuna!



Esempi di tableau mariage


Per l'intrattenimento degli ospiti non si scordi la musica, magari anche dal vivo, con un piccolo quartetto d'archi. Un repertorio classico permetterà ai più di cimentarsi nelle danze dal richiamo storico e di smaltire il lauto banchetto!! :) Per gli ospiti più "pigri", si possono organizzare delle passeggiate o allestire una zona "picnic" con cuscini e coperte stese a terra.
Una sorta di "caccia al tesoro" ispirata alle imprese del celebre detective Sherlock Holmes può coinvolgere sia gli ospiti adulti che quelli più piccoli.

Quando è il momento di lasciare la festa, gli sposi si occuperanno di consegnare le bomboniere che possono essere anch'esse a tema, come piccole tazzine da te, locomotive, chiavi, lanterne, o a forma di libro. Accompagnate dai classici confetti, oppure da biscotti di frolla, bustine di te e marmellatine. Alcuni pensieri per le ospiti donne e le damigelle possono essere: piccoli cammei, medaglioni, guanti e ventagli.
Un qualsiasi oggetto d'epoca può trasformarsi nella bomboniera perfetta!




Ed eccoci arrivati alla fine! Spero che questo viaggio vi sia piaciuto e vi abbia soprattutto intrattenuto e perché no, vi abbia tolto qualche curiosità sui Victorian Weddings. Inoltre, mi auguro che quest'ultima parte possa essere di spunto al matrimonio della nostra amica Ruka, che per prima mi ha fatto questa richiesta e alla quale vanno ancora i miei più sentiti auguri!!!! :)

A presto my Victorians!